3 Marzo 2010
OGM: UE, LE SINGOLE NAZIONI POTRANNNO DIRE NO

Non c’è solo l’introduzione della patata Ogm nella decisione di Bruxelles sui prodotti transgenici. La Commissione Europea ha anche annunciato la storica intenzione di presentare entro l’estate una proposta per far decidere liberamente ai singoli Stati membri se coltivare o meno Organismi Geneticamente Modificati (Ogm) sul proprio territorio, invertendo l’attuale quadro normativo.
Fino ad oggi l’Unione Europea ha sempre contrastato la decisione di Paesi e regioni di vietare la coltivazione sui propri territori chiedendo al contrario la definizione di un quadro per la coesistenza tra colture Ogm e tradizionali, da cui è scaturita in Italia la decisione del Consiglio di Stato del 19 gennaio scorso con la quale si è richiesto al Ministero delle Politiche Agricole di concludere il procedimento di istruzione e autorizzazione alla coltivazione di mais geneticamente modificato.
In merito alle tante notizie che si sono susseguite in queste ultime ore sulle coltivazioni Ogm, c’è anche da prendere atto positivamente della posizione del Vaticano, di cui qualcuno aveva annunciato il “sì” ai prodotti transgenici. In una nota, l'Osservatore Romano, parlando delle reazioni, ''per lo piu' di segno negativo'', alla decisione dell'Ue, prende nettamente le distanze da alcune interpretazioni di stampa.
''Tra le diverse prese di posizione - scrive il quotidiano della Santa Sede - alcuni media hanno creduto di leggere anche un ipotetico pronunciamento favorevole da parte del Vaticano. Che non c'e' stato''. ''Si e' parlato - prosegue - di un esplicito 'si'' all'uso di organismi geneticamente modificati in agricoltura, confondendo ancora una volta commenti e punti di vista di singoli ecclesiastici con dichiarazioni 'ufficiali' attribuibili alla Santa Sede o alla Chiesa''.
Secondo l'Osservatore Romano, che cita a tale proposito l'enciclica 'Caritas in veritate', nella missione della Chiesa rientra ''la severa denuncia dello scandalo della fame nel mondo'', che oggi ''non dipende tanto da scarsità materiale, quanto piuttosto da scarsità di risorse sociali, la più importante delle quali e' di natura istituzionale''. ''E non e' un caso - conclude - che proprio nel 2009, anno in cui nei Paesi in via di sviluppo le coltivazioni ogm sono cresciute del 13 per cento (contro una media mondiale del 7) raggiungendo quasi la metà dell'intera superficie del pianeta coltivata con piante transgeniche, gli affamati nel mondo abbiano superato per la prima volta quota un miliardo''.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Approfondisci

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi