14 Settembre 2010
MARINI: “L’UNICA LEVA COMPETITIVA E’ ESSERE DIVERSI”

Crisi dei redditi in agricoltura, federalismo, energie alternative. Sono alcuni degli argo,enti al centro di un’intervista rilasciata dal presidente della Coldiretti, Sergio Marini, alla gazzetta del Mezzogiorno. Eccone il testo integrale.
Presidente Marini, il tanto controverso federalismo, fiscale e non, inciderà profondamente sul Sud. Con quali riflessi: positivi o negativi?
In agricoltura il federalismo è da anni una realtà consolidata con un ruolo leggero dello Stato centrale e una grande autonomia regionale nei rapporti con L’Unione Europea. Per il sud è l’occasione per riflettere su come valorizzare il proprio territorio partendo dall’agroalimentare e dal turismo che sono leve competitive autoctone per rilanciare quell’economia che in passato è stata troppo condizionata da uno sviluppo industriale predatorio costruito, esso sì, sui soldi pubblici, finiti i quali ha lasciato nei territori cattedrali nel deserto e disoccupazione.
Il crollo dei redditi si è fatto sentire  in diversi comparti del settore primario. Pare che siano addirittura raddoppiate in un anno le richieste di credito da parte degli agricoltori.
La situazione di difficoltà dell’agricoltura italiana non dipende solo dalla crisi generale, ma dal fatto che stiamo vivendo i drammatici effetti di quelli che sono i due furti ai quali sono sottoposte giornalmente le nostre imprese: da una parte il furto di identità e di immagine che vede sfacciatamente immesso in commercio il cibo proveniente da chissà quale parte del mondo come italiano; dall'altra il furto di valore aggiunto che vede sottopagati i nostri prodotti agricoli senza alcun beneficio per i consumatori. Nell’agroalimentare esiste un caso Italia come dimostra il fatto che, nonostante i successi del nostro agroalimentare, secondo l'Eurostat dal 2000 al 2009 i redditi agricoli reali nel nostro paese sono diminuiti del 36% contro una crescita del 5,3% nell'Unione europea. Solo tra il 2008 e il 2009, Eurostat indica la contrazione in Italia pari al 21% rispetto ad una contrazione media dei redditi agricoli dell'11,6% nell'Unione europea. Il nostro progetto si pone l’obiettivo di contrastare questi furti.
 
Il numero degli addetti all’agricoltura, negli ultimi decenni, si è ridotto drasticamente. I giovani disertano i campi C’è da preoccuparsi. Si invocano provvedimenti drastici, coraggiosi. C’è chi ritiene necessaria una nuova, radicale e moderna “riforma agraria”.
In questo periodo si sta vivendo soprattutto al sud la grave crisi del pomodoro per il quale nonostante i contratti le industrie non ritirano il prodotto e quando lo fanno lo pagano a prezzi dimezzati. E’ una vergogna. Un affronto all’agricoltura, ma anche una grave responsabilità di alcune rappresentanze e della politica che tre anni fa hanno voluto, nonostante la feroce nostra opposizione, l’accoppiamento dei premi Pac, per il pomodoro e solo per il pomodoro, creando il presupposto per il ricatto che oggi subiscono gli agricoltori. Questa è la dimostrazione che la politica puo’ fare grandi cose, ma anche danni irreparabili. Alla politica chiediamo quindi di saper scegliere tra chi investe, si impegna e innova e chi fa il furbo e vive di rendita. La politica non deve essere né notaio né mediatore, ma deve assumersi la responsabilità di decidere. Deve scegliere tra le lobby e i cittadini, come nel caso degli Ogm e dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza degli alimenti, dove è molto chiaro dove sta la volontà popolare. Deve scegliere tra il vero e il falso, premiando l’onesta e la trasparenza. In questa direzione è auspicabile ad esempio che si arrivi rapidamente alla costituzione dell’Autorità Alimentare nazionale con sede in Puglia.
 
Le nuove tecnologie, le rinnovate fonti energetiche, le coltivazioni biologiche potranno bastare?
L’unica leva competitiva possibile per il Made in Italy agroalimentare è quella di essere diversi perché migliori. La nostra diversità dipende dalla capacita di legarsi con il più grande ed inimitabile patrimonio che il mondo ci riconosce, i nostri territori, le nostre identità, il nostro straordinario paesaggio fatto di ambiente storia e cultura, il nostro cibo ed i suoi primati in termini di  sicurezza ambientale, sociale e sanitaria. Il futuro della nostra agricoltura sarà nell’essere diversi e migliori e non omologati a quei sistemi produttivi che operano con strutture di costi per noi irraggiungibili. Il problema è non farsi copiare le nostre eccellenze, ma anche evitare di replicare modelli che il mercato ha già abbondantemente bocciato, come nel caso degli Ogm. Qualcuno ci vuole raccontare diversamente che l’unica strada per essere competitivi è quella del liberismo senza regole. Costoro poi non ci spiegano come potremmo vendere il nostro vino e il nostro olio al prezzo mondiale dettato da Paesi dove la superficie media è cento volte superiore e i costi di produzione decisamente inferiori. Senza considerare il dumping sociale, ambientale e sanitario sempre piu’ frequente. Fare riferimento a quei modelli e non alla distintività vera del made in Italy significa decretare la fine della nostra agricoltura.
  
In questo contesto come cambia il ruolo dei sindacati, delle associazioni di categoria, in particolare della Coldiretti,  soprattutto nello spingere i governi ad affrontare con forza l’improcrastinabile “questione agricola”?
Purtroppo bisogna registrare che la rappresentanza italiana si divide in due: tra chi propone e percorre una strada per risolvere i problemi e chi si impegna per demolirla. Ma a questo in Italia siamo abituati e la cosa non ci meraviglia. Da parte nostra ci siamo rimboccati le maniche come dimostrano i passi da gigante che abbiamo fatto in un anno nel nostro progetto operativo per una “Filiera agricola tutta italiana” che ha come obiettivo di sostenere il reddito degli agricoltori eliminando le distorsioni e tagliando le intermediazioni con l'offerta attraverso la rete di consorzi agrari, cooperative, farmers market, agriturismi e imprese agricole di prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo. Le prime dieci cose fatte nell’ambito del progetto vanno dal via al più grande circuito europeo di Farmers market alla nascita, con Consorzi Agrari d’Italia (CAI), della prima e più importante holding italiana degli agricoltori, dalla commercializzazione della prima pasta dei coltivatori italiani all’avvio della prima e piu’ grande società di trading europea dei cereali di proprietà degli agricoltori, dalla sottoscrizione del piu’ grande contratto europeo di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili da biomasse tutte italiane all’accreditamento di circa mille nuovi punti di vendita diretta di Campagna Amica al mese.
    
Un problema particolarmente grave per gli agricoltori delle nostre regioni è rappresentato dai “contributi unificati”. Quando si è trattato delle cosiddette “quote latte”, che interessava più che altro il Nord, si è trovata la soluzione….
Lo scorso 23 luglio oltre diecimila agricoltori del Mezzogiorno hanno partecipato alla manifestazione della Coldiretti a Bari per denunciare gli effetti della mancata stabilizzazione nella manovra delle attuali agevolazioni contributive per zone agricole montane e per zone agricole svantaggiate accordata negli ultimi 5 anni e mezzo. La mancata proroga colpisce il processo di maggiore trasparenza nei rapporti di lavoro messo in atto dagli imprenditori onesti che sono spesso esposti al fenomeno della concorrenza sleale di soggetti che sfruttano la manodopera illegale e l’occupazione in nero. Al temine della nostra manifestazione abbiamo registrato un forte impegno da parte dei membri della maggioranza come il Senatore Antonio Azzollini, presidente della Commissione Bilancio del Senato e relatore della manovra finanziaria e dell’opposizione come la senatrice Colomba Mongiello. Ci auguriamo che si farà il possibile. Noi, comunque, non abbasseremo la guardia.
 
Un’ultima domanda, Presidente. La Coldiretti parteciperà con un suo convegno alla Fiera del Levante e quale tema verrà dibattuto? 
Certamente sì, come sempre. Quest’anno insieme ai tanti argomenti di attualità affronteremo in un incontro il tema, centrale per le imprese in questo momento, del credito, dopo che abbiamo costituito il 28 giugno scorso il piu’ grande Consorzio fidi italiano operante in agricoltura al servizio del progetto della “filiera agricola tutta italiana”.                                                                              

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