5 Giugno 2011
AMBIENTE: CON NUTRIE, BIODIVERSITÀ A RISCHIO E PERICOLO ALLAGAMENTI

Bisogna applicare la legge regionale e riportare l’ambiente dell’Emilia Romagna al suo equilibrio naturale. E’ la richiesta di Coldiretti Emilia Romagna, secondo cui ci sono piante e animali a rischio in Emilia Romagna, soprattutto nelle zone umide e lungo i corsi d’acqua dove l’arrivo di un animale non autoctono, come la nutria, mette a repentaglio la biodiversità. La rapidissima diffusione di questo grosso roditore privo in regione e in Italia dei suoi predatori naturali (il predatore nel suo habitat originario è il caimano) sta raggiungendo livelli incontrollabili, dannosi per l’equilibrio ecologico delle altre specie animali e delle piante, nonostante ci sia una precisa legge regionale che ne preveda l’eradicazione totale.
La sua presenza interessa ormai tutto il territorio di pianura e coinvolge oltre un milione di ettari sui 2,2 milioni di superficie regionale. Negli ultimi sei anni, la nutria ha provocato danni accertati alle colture per un valore di 1,8 milioni di euro, cui si aggiungono, secondo stime Coldiretti danni per 1,5 milioni agli argini di fiumi e canali e alle infrastrutture dei consorzi di bonifica. Per quanto riguarda le colture agricole, la nutria danneggia soprattutto mais, cereali, orticole e barbabietola da zucchero. Per i corsi d’acqua, i danni maggiori sono causati dalle gallerie delle tane che indeboliscono gli argini e le scarpate, che spesso crollano all’arrivo delle piogge, con rischi di allagamenti di terreni agricoli, ma anche di aree abitate.
“Nonostante la legge sulla caccia del 1994 e le successive modifiche – ricorda il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – preveda all’art. 16 che le province debbano provvedere a piani di eradicazione delle nutrie, avvalendosi di operatori autorizzati, a tutt’oggi la diffusione di questi animali non si è arrestata, anzi, prosegue a ritmi sempre più accelerati, data l’alta prolificità. La conseguenza e che gli agricoltori non ne possono più per i danni alle loro colture e i consorzi di bonifica sono costretti a far fronte ai danni con risorse economiche che potrebbero essere meglio investite per la sicurezza idraulica del territorio”.
Secondo Coldiretti è necessario che vengano redatti e applicati concretamente i piani di eradicazione, come è avvenuto in Inghilterra meridionale, unica zona in Europa, dove con una attività intensa di trappolaggio si è liberato completamente il territorio dalle nutrie, riportandolo al suo equilibrio ecologico naturale.

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