2 Novembre 2009
STORNI COME CAVALLETTE SUI CAMPI DELL’EMILIA ROMAGNA

Nel 2008 sui campi dell’Emilia Romagna gli storni hanno provocato danni per 285 mila euro, il 9,5% del totale de danni da animali selvatici che sono stati pari complessivamente a oltre 2,8 milioni di euro. Lo rende noto Coldiretti regionale alla vigilia della decisione del Consiglio di Stato che domani, 3 novembre, deve pronunciarsi sulla possibilità della caccia in deroga allo storno, volatile che in Italia – rileva la stessa Coldiretti – è presente in milioni di esemplari e non è certo a rischio estinzione.
Anche se i danni da storno risultano in calo rispetto allo scorso anno quando si raggiunge la cifra record di 437 mila euro, si tratta – commenta Coldiretti – di un importo di proporzioni disastrose per le aziende che si vedono decurtare il raccolto e il reddito da questi volatili i cui danni in alcune province, come quelle romagnole ad alta densità frutticole, raggiungono proporzioni pari a quelle delle bibliche cavallette.
Due sono i problemi principali per le imprese agricole: il primo è la difficoltà di contenere la sempre più rapida diffusione di questi uccelli; il secondo è la difficoltà ad ottenere i risarcimenti dagli enti pubblici, che hanno sempre tempi lunghissimi con importi che risarciscono i danni solo parzialmente.
Questo avviene anche perché manca una presa di coscienza chiara delle istituzioni, dei cacciatori e degli ambientalisti, della necessità di affrontare concretamente il problema dei danni alle colture agricole. L’attuale situazione – sostiene Coldiretti – è paradossale perché se è vero che mantenere sul territorio un numero di animali adeguatamente sostenibile è interesse di tutta la collettività, è altrettanto vero che il loro sostentamento pesa oggi solo sulle aziende agricole che ne subiscono i danni in termini di colture distrutte e di redditi azzerati.
 

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