27 Novembre 2010
QUOTE LATTE. PIU’ TRASPARENZA CON ETICHETTATURA OBBLIGATORIA

Ci auguriamo che con il 2010 si concluda la trentennale vicenda delle quote latte e che si arrivi finalmente ad una trasparenza del settore, che consenta di conoscere e riconoscere la vera produzione di latte italiano in modo da poter combattere le situazioni di contraffazione e di importazioni anonime. E’ l’auspicio espresso dai dirigenti di Coldiretti Emilia Romagna, che questa mattina hanno incontrato a Bologna il commissario straordinario per le quote latte, Paolo Gulinelli, al termine di un’annata in cui per la prima volta il nostro Paese non ha superato la propria quota di produzione latte e pertanto per la prima volta non saranno pagate “multe” all’Unione europea.
“Ci sono tutti i presupposti – ha detto Gulinelli – perché la produzione di latte italiano sia coperta dalle quote, mentre per il passato la legge dà una via d’uscita per chi ha superato la quota, con rateizzazioni di assoluto interesse, fino a trenta anni. Speriamo – ha concluso – che i produttori aderiscano a questa proposta”.
Per troppo tempo – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – la questione quote ha monopolizzato qualsiasi dibattito sugli allevamenti, creando un insostenibile clima di incertezza, che ha penalizzato gli allevatori italiani e ha favorito l’introduzione nel nostro Paese di prodotti di indubbia origine. In Italia – ricorda Coldiretti Emilia Romagna – è obbligatorio indicare la provenienza solo nell’etichetta del latte fresco, mentre per tutti gli altri prodotti lattiero-caseari non c’è nessun obbligo di etichettatura. E’ così che in Emilia Romagna a fronte di una produzione di 1,7 milioni di tonnellate di latte alimentare, entrano 2,6 milioni di quintali di latte pastorizzato, 2,6 milioni di latte trattato termicamente per fare formaggi, 2 milioni di latte in polvere destinato al consumo umano, 1,4 milioni di latte crudo. Tutti prodotti che finiscono sugli scaffali di vendita, magari sotto l’egida di un marchio italiano, che induce ingannevolmente il consumatore a scambiarli per nostrani.
La possibilità che si possa arrivare presto a fare chiarezza sulle quote latte – sostiene Coldiretti – significa fare un passo avanti verso la trasparenza a favore dei 4.200 allevatori che in Emilia Romagna producono latte in piena legalità, visto che, secondo i dati del ministero della Politiche agricole, nella nostra regione i produttori di latte non in regola con le quote sono solo 84.
Per riportare trasparenza nel settore, oltre a chiudere la vicenda delle quote – conclude Coldiretti – sarà fondamentale anche estendere l’obbligatorietà dell’etichetta d’origine anche al latte a lunga conservazione e a quello impiegato per le produzioni casearie.

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