19 Marzo 2014
PARMIGIANO: ALLARME COLDIRETTI, RISCHIO DELOCALIZZAZIONE PRODUTTIVA

E’ a rischio l’esportazione negli Stati Uniti di formaggi Dop, in particolare il Parmigiano Reggiano che anche oltre Atlantico viene considerato il Re dei Formaggi. E’ quanto rileva Coldiretti Emilia Romagna alla luce dei negoziati commerciali tra Unione Europea e Stati Uniti in cui l’Europa chiede di vietare la vendita in America di prodotti con nomi che si rifanno alle denominazioni di origine dell’Ue.
Lo scontro, finito sui principali giornali, dal Time al Guardian – sottolinea Coldiretti – riguarda in particolare i formaggi e le imitazioni in commercio negli Usa per un valore di quattro miliardi di dollari.
Si tratta di una vicenda cruciale per le nostre produzioni, dal Parmigiano Reggiano al Prosciutto di Parma e all’aceto Balsamico, che deve impegnarci – afferma Coldiretti – a rafforzare la qualità e la tipicità dei nostri prodotti salvaguardandone la tipicità. E’ una battaglia in cui le nostre produzioni non devono rischiare di poter essere attaccate come è già accaduto per l’olio d’oliva proprio negli Stati Uniti.
Siamo particolarmente preoccupati per il Parmigiano Reggiano – afferma Coldiretti Emilia Romagna – anche a seguito delle notizie apparse negli ultimi tempi sulla stampa. Prima con le dichiarazioni dell’ex patron di una primaria società di stagionatura e commercializzazione, che dopo aver venduta le quote di maggioranza ad un fondo inglese annuncia di voler “accompagnare” il nuovo proprietario con investimenti per acquisire caseifici e incrementare la produzione all’interno del comprensorio del Parmigiano Reggiano. Dall’altro un noto industriale italiano che produce formaggi in Wisconsin, tra cui Parmesan, che – a suo dire – sarebbe fatto esattamente come in Italia, per cui non vede il motivo di dover utilizzare una diversa denominazione.
Sono tutti campanelli di allarme che denotano l’intenzione di trasformare il Parmigiano Reggiano da prodotto di alta artigianalità, unico nel mondo, a prodotto industriale – commenta Coldiretti – che è poi il primo passo per poterlo standardizzare e privarlo delle caratteristiche di distintività.
Ancora una volta – rileva Coldiretti – colpisce il silenzio di un certo mondo consortile e cooperativo, che ha accusato Coldiretti di fare scelte politiche non funzionali al mondo della cooperazione, ed oggi non solleva un dito di fronte a scelte che sono l’anticamera per la chiusura di allevamenti e caseifici di piccola e media dimensione, sia industriali, sia cooperativi e artigianali.
Sappiamo bene – dichiara Coldiretti – che molti, in nome del soldo vorrebbero abolire la doppia raccolta del latte oppure arrivare alla doppia cottura. Con questa logica si andrebbe a scardinare l’essenza stessa del Parmigiano Reggiano – sostiene Coldiretti – che è frutto di una tecnica affinata nei secoli e che si può produrre con le sue caratteristiche uniche di sapore e qualità grazie al sapere e alle tecniche di una tradizione rappresentata dagli uomini, dalla terra, dagli animali e dai foraggi che lo rendono la più alta espressione del suo territorio e della sua cultura. La perdita dei legami con il territorio e l’artigianalità può diventare la strada per giustificare e rafforzare l’idea di chi ritiene che il Parmigiano Reggiano possa essere prodotto in qualsiasi parte del mondo.

I falsi “Parmigiano” nel mondo

Parmesao
 
Brasile
 
Regianito
 
Argentina
 
Reggiano e Parmesano
 
In tutto il sud America
 
Parmesan
 
Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone
 

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