Un migliaio di produttori agricoli di Coldiretti con il presidente nazionale Sergio Marini hanno festeggiato in piazza Montecitorio la definitiva approvazione del Ddl sull’etichettatura che rende obbligatoria l’indicazione dell’origine sui prodotti alimentari. Si conclude così una vicenda che è durata dieci anni, a partire dal primo caso di mucca pazza nel gennaio del 2001 , che portò all’obbligo di etichettatura per la carne bovina. “L’approvazione del decreto – commenta il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – corona l’impegno di Coldiretti che in questi dieci anni si è sempre battuta per la trasparenza di ciò che i consumatori portano sulla tavola, per garantire una sicurezza alimentare messa a dura prova dalle emergenze sanitarie che si sono susseguite in questi anni”.”
Secondo le anticipazioni del rapporto Coldiretti/Eurispes, divulgate in occasione dell’approvazione definitiva della legge salva Made in Italy, circa un terzo (33 per cento) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati, per un valore di 51 miliardi di euro di fatturato, deriva da materie prime importate, trasformate e vendute con il marchio Made in Italy, in quanto la legislazione, sino ad oggi, lo consentiva, nonostante in realtà esse potessero provenire da qualsiasi punto del pianeta. Gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all'insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere.
L’approvazione della legge pone fine ad un grave inganno nei confronti dei produttori italiani e dei consumatori che attribuiscono grande importanza alla provenienza degli alimenti: per quasi un italiano su quattro (23 per cento) il cibo italiano dal campo alla tavola vale almeno il doppio e due italiani su tre (65 per cento) che sono disponibili a pagare dal 10 per cento in su, secondo l’indagine Coldiretti-Swg. La fiducia nel Made in Italy rispetto al prodotto straniero è del 91 per cento per gli alimenti, del 66 per cento per i vestiti, del 55 per cento nei mobili, del 49 per cento per la cosmetica, del 39 per gli utensili, del 26 per auto e motorini e del 18 per l’elettronica e cresce nel 2010 in tutti i settori. La superiorità del Made in Italy alimentare è attribuita al rispetto di leggi più severe, alla bontà e freschezza e alla garanzia di maggiori controlli.
La fiducia accordata alle produzioni agricole italiane è giustificata dal primato nei controlli con oltre un milione tra le verifiche e le ispezioni effettuate sul Made in Italy alimentare nel 2010. Tra Agenzie delle Dogane, Nas dei Carabinieri, Istituto Controllo Qualità, Capitanerie di Porto, Corpo Forestale e Carabinieri delle Politiche Agricole, Asl, ai quali si è aggiunta l’attività degli organismi privati, sono stati effettuati nel 2010 oltre un milione di controlli sul Made in Italy, a garanzia delle imprese e dei consumatori.
19 Gennaio 2011
MADE IN ITALY: APPROVATO DDL ETICHETTATURA OBBLIGATORIA