18 Settembre 2011
CONSUMI

No allo yogurt con latte finto. Lo chiede Coldiretti Emilia Romagna in vista della riunione per la prossima settimana della commissione Agricoltura della Camera per votare un provvedimento che consente l’utilizzazione della polvere, in sostituzione del latte vero, per la produzione di un alimento come lo yogurt che è entrato largamente nelle abitudini alimentari delle famiglie italiane. L’arrivo sul mercato nazionale di yogurt senza latte, messo in commercio senza alcuna indicazione per i consumatori, è un inganno che deve essere fermato immediatamente.
La nuova norma viene giustificata con la necessità di ridurre i costi di trasporto, poiché la polvere occupa meno spazio del latte fresco, senza considerare tuttavia il forte impatto che ha sulle caratteristiche qualitative del prodotto in vendita. Un danno per i consumatori e per i produttori perché si consente di utilizzare polvere di latte a basso prezzo importata da paesi extracomunitari invece del buon latte fresco delle campagne italiane. Un effetto molto probabile se si considera che sono stranieri tre dei primi quattro produttori che coprono il 60 per cento del mercato nazionale dello yogurt. Peraltro i consumatori non hanno alcuna possibilità di distinguere in etichetta il prodotto industriale ottenuto dalla polvere di latte da quello tradizionale.
L’inganno è ancora più grave poiché le vendite di yogurt crescono in modo costante soprattutto nei consumi delle giovani generazioni che vedono questo prodotto caseario come un alimento salutistico. Ogni italiano ne consuma in media 7 chilogrammi all’anno e nel primo semestre del 2011, nonostante la crisi, le quantità acquistate dalle famiglie italiane sono cresciute dell’uno per cento, in controtendenza rispetto all’andamento generale secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea Ac Nielsen.
Considerando che occorrono 1,2 chili di latte fresco per ottenere un chilo di yogurt la sua sostituzione con la polvere può arrivare a far consumare fino a 360 milioni di chilogrammi di latte italiano in meno in un anno.

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