1 Marzo 2010
CONSUMI

Sono aumentati del 30 per cento i gruppi di acquisto formati da condomini, colleghi, parenti o gruppi di amici che decidono di fare la spesa insieme per ottenere condizioni vantaggiose ma soprattutto per garantirsi la qualità degli acquisti. E’ quanto emerge dal rapporto Coldiretti/Agri2000 sulle abitudini alimentari degli italiani che ha recensito nel 2009 in Italia ben 600 gruppi di acquisto solidale (Gas) strutturati, rispetto ai 460 dell’anno precedente. La Lombardia, con 160 (Gas) - segnala la Coldiretti - è la regione con il maggiore numero, seguono Toscana, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna.

In realtà, accanto a queste realtà presenti su tutto il territorio nazionale, che dispongono di una vera e propria struttura organizzativa, si contano - sottolinea la Coldiretti - decine di migliaia di iniziative spontanee che “nascono” e “muoiono” in continuazione nei palazzi, nei posti di lavoro, nei centri sportivi e ricreativi sulla base di semplici accordi verbali. 
 
Si tratta di una tendenza che, soprattutto nelle città, sta contagiando gli italiani che - continua la Coldiretti - intendono così garantirsi un volume di acquisto sufficiente ad ottimizzare i costi di trasporto e ad accedere a piu’ vantaggiosi canali distributivi: dai mercati all’ingrosso a quelli degli agricoltori di campagna amica, fino direttamente nelle aziende. I mercati generali all’ingrosso, che in determinate occasioni della settimana sono aperti al pubblico, vendono i prodotti in cassette che vengono poi divise tra i partecipanti al gruppo. Un crescente numero di gruppi di acquisto nasce in realtà con l’obiettivo di approvvigionarsi direttamente nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica o nelle imprese agricole in campagna, fuori dalle città, per assicurarsi - sottolinea la Coldiretti - l’origine, la genuinità dei prodotti che si portano in tavola.
 
Le modalità di acquisto in questo caso variano notevolmente e vanno dalla consegna a domicilio “all’adozione” in gruppo di interi animali fino alla raccolta personale del prodotto in campagna sull’albero o negli orti. E’ infatti in crescita - precisa la Coldiretti - il fenomeno del pick your own (raccolta diretta in azienda da parte del consumatore), che coinvolge 110 aziende contro le 80 del 2008.
 
Anche gli accordi del gruppo di acquisto con l’azienda sono differenti e possono  prevedere - sostiene la Coldiretti - la consegna settimanale del prodotto (ad esempio una cassetta di frutta e verdura di stagione) oppure la formulazione di specifici ordini per telefono o attraverso internet  ma anche tramite abbonamento con l’offerta di prodotti a scadenze fisse e pagamento anticipato. Le modalità maggiormente diffuse sono la distribuzione di cassette di ortofrutta a cadenza settimanale o bisettimanale e la vendita di pacchi di carne.
Il funzionamento del gruppo d'acquisto è molto semplice, di solito i partecipanti al gruppo definiscono una lista di prodotti che vogliono acquistare e stabiliscono una cifra base uguale per tutti. Successivamente, in base a questa lista le diverse “famiglie” compilano un ordine di gruppo che viene trasmesso al produttore e al momento della consegna dei prodotti che di solito vengono recapitati ad un unico membro del gruppo che poi provvederà a smistarli si effettua il pagamento. Spesso i gruppi si organizzano anche per andare a trovare i loro produttori e colgono l’occasione per avere informazioni non solo sui prodotti in campo ma anche sulle tecniche di coltivazione utilizzate.
Nel 2009 sono saliti a 63.600 con un aumento boom del 64 per cento rispetto al 2001 e del 7 per cento rispetto al 2008, i frantoi, le cantine, le malghe e le cascine dove è possibile comperare direttamente, secondo il rapporto Coldiretti/Agri2000. Due italiani su tre (67 per cento) nel 2009 hanno acquistato almeno una volta direttamente dal produttore agricolo, la forma di distribuzione commerciale che ha registrato la maggiore crescita nel 2009 battendo nell’alimentare negozi ed ipermercati grazie ad un incremento dell’ 11 per cento del valore delle vendite per un totale stimato in 3 miliardi di Euro. Ben il 41 per cento  viene speso per l’acquisto di vino in cantina, il 21 per cento per l’ortofrutta, il 14 per cento per formaggi e latte, l’8 per cento per carni e salumi, il 5 per cento per l’olio di oliva e altrettanto per le piante ornamentali. Si tratta di un fenomeno in controtendenza rispetto alla crisi generale perché concilia la necessità di risparmiare con quella di garantirsi la sicurezza del cibo. Tra le motivazioni di acquisto dell’indagine Swg/Coldiretti spicca infatti la genuinità (71 per cento) seguita dal  risparmio (40 per cento) e dal gusto (26 per cento).
 
“La vendita diretta è una opportunità per il Paese con un aumento della concorrenza che va a beneficio delle imprese agricole e dei consumatori che possono così garantirsi acquisti sicuri e di qualità al giusto prezzo” - ha rilevato il presidente della Coldiretti Sergio Marini” nel sottolineare che “è anche un'occasione far conoscere e divulgare i veri sapori della tradizione italiana per poterli riconoscere in tutte le altre forme di vendita senza cadere nell’inganno del falso made in Italy”. Si tratta di un tassello importante del nostro progetto Coldiretti per una filiera agricola tutta italiana per che con coinvolgimento dei mercati di Campagna Amica, Consorzi Agrari, cooperative, agriturismi e imprese, punta a far arrivare sul mercato prodotti al cento per cento italiani direttamente dagli imprenditori agricoli.  

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